Quando sentiamo parlare di
creatività quasi sempre pensiamo a personaggi come Leonardo da Vinci, Albert
Einstein, che si sono contraddistinti per invenzioni piuttosto irraggiungibili
dal resto delle persone, o, al massimo, facciamo riferimento ad una sorta di
qualità rara e abbastanza misteriosa che appartiene solamente a qualche persona
particolarmente intelligente. Insomma, almeno una volta, ci
siamo chiesti: “Che
cosa è la creatività?”. Cercando la definizione di creatività troviamo: “capacità produttiva della ragione o della
fantasia” o “talento creativo, inventiva”, in entrambe le definizioni si fa
riferimento alla creazione di qualcosa di nuovo, di inedito.
Gli studi più recenti hanno evidenziato che la creatività non è una particolarità propria di pochi eletti, ma una qualità che possiedono, in misura maggiore o minore, tutti. Superata una delle prime concezioni secondo cui la creatività rappresentava una particolare espressione dell’intelligenza, ricerche successive hanno evidenziato lo scarso legame tra capacità creativa e quoziente intellettivo. Alcuni autori cominciarono ad ipotizzare che tutte le abilità intellettive, compresa la creatività, appartengono, in misura diversa, ad ogni individuo; la differenza tra persone “normali” e “creative” va considerata non in termini di tutto o niente, ma lungo un continuum attitudinale.
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La creatività consiste nel mantenere, nel corso della vita, qualcosa che appartiene all'esperienza infantile, la capacità di creare il mondo. Donald Winnicott |
Gli studi più recenti hanno evidenziato che la creatività non è una particolarità propria di pochi eletti, ma una qualità che possiedono, in misura maggiore o minore, tutti. Superata una delle prime concezioni secondo cui la creatività rappresentava una particolare espressione dell’intelligenza, ricerche successive hanno evidenziato lo scarso legame tra capacità creativa e quoziente intellettivo. Alcuni autori cominciarono ad ipotizzare che tutte le abilità intellettive, compresa la creatività, appartengono, in misura diversa, ad ogni individuo; la differenza tra persone “normali” e “creative” va considerata non in termini di tutto o niente, ma lungo un continuum attitudinale.
Esiste poi una creatività che non è
necessariamente correlata alla produzione di oggetti, ma è qualcosa di più
profondo e importante: “Anch’io, come la maggior parte della gente, pensavo
alla creatività collegandola ai suoi prodotti… Ma le mie previsioni furono
mandate all’aria da parecchi dei miei soggetti di studio…imparai a riferire il
termine “creativo”…non soltanto ai prodotti ma anche alle persone in un senso
caratteriologico, nonché alle attività, ai processi e alle attitudini.”
(Abraham Maslow)
A partire dagli anni ’50 molte
ricerche diverse sono state fatte in questo ambito e le varie correnti
psicologiche hanno elaborato, ciascuna una propria teoria: la prospettiva psicoanalitica
proposta da Freud interpreta la creatività come la capacità di ricorrere a
contenuti inconsci o preconsci particolarmente vivaci; Rogers e Maslow
prediligono una visione personalistica che considera l’attitudine creativa come
l’espressione del perfetto funzionamento dell’individuo, dovuto al raggiungimento
di un equilibrio stabile tra le varie componenti comportamentali; gli psicologi
della Gestalt vedono nel processo creativo una improvvisa ristrutturazione di
elementi che consente di valutare un problema sotto una nuova prospettiva; gli
studi di Sternberg, siamo a metà degli anni ’90, ci permettono di comprendere
che i processi intuitivi non sono qualitativamente diversi dai processi
cognitivi, quello che li diversifica sono le modalità e, soprattutto, le
circostanze di applicazione: l’individuo creativo utilizza, in modo rapido e
intuitivo, le abilità cognitive normali per trovare la soluzione di un
problema.
Tirando le somme quindi: la
creatività è una abilità particolare, posseduta da ogni individuo, che consente
di “produrre qualcosa di nuovo”. Da questa produzione può scaturire o qualcosa
di nuovo in assoluto o la riorganizzazione di elementi che appartengono ad
ambiti differenti. Nell’ambito della creazione del nuovo si possono ascrivere
sia oggetti artistici, sia oggetti che con il loro utilizzo permettono di
risolvere aspetti della vita quotidiana e lavorativa. La creatività si dimostra
poi fondamentale sia nella ricerca di soluzioni di soluzioni innovative
(problem - solving), sia nell’analisi di situazioni complesse (problem –
making).
La creatività può essere quindi
considerata più che un tratto del carattere una “forma mentis”, un modo di
relazionarsi alla realtà, di concepire e vivere la vita; tale “stato” mentale, pertanto,
può essere appreso o incrementato da ogni soggetto.
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