venerdì 15 novembre 2013

DSA...conoscerli e riconoscerli per affrontarli!!

I Disturbi Specifici dell’Apprendimento (DSA) sono un gruppo eterogeneo di disturbi che si manifestano
nell'acquisizione delle abilità scolastiche e che interessano uno specifico dominio di abilità (lettura, scrittura, calcolo) in modo importante ma circoscritto lasciando il funzionamento intellettivo generale intatto. Fondamentale per formulare una diagnosi di DSA è il criterio della discrepanza tra le abilità nel dominio interessato (deficitaria in rapporto alle attese per l’età e la classe frequentata) e l’intelligenza generale che risulta adeguata per l’età  cronologica.

Per discrepanza si intende:
_ la compromissione significativa di un’abilità specifica;
_ il livello intellettivo generale deve risultare nella norma rispetto ai valori attesi per l’età;

I DSA sono disturbi di origine neurobiologica e possono essere variamente articolati. Dislessia, disortografia, disgrafia e discalculia rendono piuttosto difficoltoso il percorso scolastico del bambino.     Già dall’età prescolare, tra i tre i cinque anni quindi, è possibile iniziare ad osservare se il bambino manifesta delle difficoltà che potrebbero poi evolvere in dsa: in questa fascia d’età ci sono alcune abilità specifiche, i cosiddetti prerequisiti, che i bambini dovrebbero aver acquisito, e sono:
  • Abilità di tipo esecutivo ovvero competenze relative alla scrittura: come esegue il segno grafico, com’è la coordinazione visuo-motoria e la capacità d’orientamento nello spazio (il muoversi e la capacità di gestire lo spazio nel foglio);
  • Abilità di tipo costruttivo il bambino deve cioè, prima di imparare a leggere e scrivere, sapere quanti e quali elementi costituiscono la parola, come sono ordinati e come si rappresentano.


Questi pre-requisiti che dovrebbero essere interiorizzati dal bambino in età prescolare riguardano quattro ambiti specifici:

1.     Linguaggio e abilità fonologiche e metafonologiche: articolazione dei suoni che costituiscono le parole, denominazione di figure e oggetti comuni, strutturazione di frasi composte da soggetto/verbo/complemento, racconto di un evento vissuto, individuazione di parole che iniziano con la stessa lettera…
2.   Coordinazione: impugnatura corretta della matita, colorazione di disegni, non presentare una marcata goffaggine, non presentare difficoltà marcate nella motricità fine.
3. Tempi di reazione: rispondere ad una richiesta in tempi non eccessivamente lunghi.
4.     Memoria: riuscire a ricordare il proprio indirizzo, la propria età, il nome dei compagni e amici di classe, ricordare dove ha messo un oggetto, ricordare semplici istruzioni.

La Dislessia è una difficoltà a leggere in modo corretto e fluente, ma anche nella comprensione dei testi e dei numeri e nella memorizzazione, può essere di grado lieve, medio o severo.
 Ci sono due tipi di dislessia (definizione della Orton Dyslexia Society, 1977):
  • la dislessia evolutiva si manifesta in età scolare, nei primi anni in cui inizia l’apprendimento scolastico; è di natura genetica e congenita, è un disturbo specifico su base linguistica, caratterizzata da difficoltà nella decodifica di parole singole non attribuibile a un disturbo generalizzato dello sviluppo o a una menomazione sensoriale.
  • la dislessia acquista che si manifesta prevalentemente negli adulti e si instaura in seguito a lesioni che provocano difficoltà nella normale abilità di lettura o in aspetti ad essa collegati.


Un disturbo della letto scrittura isolato può comportare difficoltà in matematica, più o meno importanti a seconda del grado di dislessia e della classe frequentata dal bambino.
Un bambino con dislessia non ha un rapporto “naturale” con l’apprendimento che avviene attraverso l’uso della parola: per imparare ai bimbi con dislessia non basta l’ascolto, necessitano di spiegazioni che utilizzino l’esempio concreto e la sperimentazione. I bambini con dislessia spesso hanno presentato difficoltà di linguaggio nei primi tre anni di vita: bambini che hanno iniziato a parlare intorno ai due anni, bambini che hanno imparato a parlare intorno al primo anno, ma che poi hanno mantenuto un linguaggio povero o non hanno mai pronunciato bene le parole.  L’utilizzo del linguaggio è alla base delle attività scolastiche ed è per questo che in alcuni casi i problemi di dislessia sembrano “nascere” durante gli anni della scuola Primaria, in realtà, la scuola mette in evidenza problematiche già presenti.
Il bambino con dislessia, di solito, anche quando parla tende ad utilizzare parole diverse tra loro credendo significhino la stessa cosa, dimostra poco interesse a parlare in maniera corretta e fatica a imparare il linguaggio specifico delle varie materie. Non memorizza con facilità parole nuove ed è più lento a ricordare l’alfabeto oppure non lo impara del tutto. Quando ascolta, il bambino può non comprendere del tutto il senso di ciò che viene detto, è come se il modo di parlare altrui risultasse troppo complesso, soprattutto se ci sono pochi esempi legati al contesto reale nel discorso.
L’ascolto di un racconto che viene letto da qualcuno invece è diverso rispetto all’ascoltare un discorso. Il racconto ha un ritmo ed una punteggiatura che lo ordinano e quindi ne facilitano la comprensione.

La Disgrafia è un disturbo non verbale che coinvolge la scrittura di parole e di numeri e l’uso del segno grafico in misura lieve, media o severa. Il bambino con disgrafia spesso risulta impacciato anche nello svolgere compiti di motricità fine, può essere poco organizzato nella gestione del materiale e nel lavoro da svolgere in autonomia, anche intorno ai 10 o 11 anni. Il bambino con disgrafia può avere difficoltà nella scrittura dei numeri e nell’incolonnamento di cifre anche in assenza di altri disturbi. Questi bimbi si trovano in difficoltà anche quando devono disegnare figure o grafici: fanno molta fatica e si rendono conto che il risultato del lavoro a livello estetico è scadente.  La prestazione sul piano grafico può migliorare nel tempo solo grazie all’intervento di figure esperte.

La Discalculia è il disturbo nell’apprendimento del sistema dei numeri e dei calcoli, essa si presenta associata alla dislessia anche se, in casi piuttosto rari, si manifesta in modo isolato nei bambini.
Con il termine Discalculia si fa riferimento ad un disturbo specifico del sistema numerico e di calcolo in assenza di lesioni neurologiche e di problemi cognitivi più generali; si manifesta quindi nonostante un’istruzione normale, un’intelligenza adeguata, un ambiente culturale e familiare favorevole. La Disgrafia comprende difficoltà nell’acquisizione di abilità semplici come la scrittura e la lettura dei numeri e il sistema di calcolo (la memorizzazione delle tabelline, l’esecuzione di procedure di calcolo…)

La discalculia si suddivide in:
  •  discalculia primaria, cioè il  disturbo delle abilità numeriche ed aritmetiche;
  •  discalculia secondaria che si presenta in associazione ad altri problemi nell'apprendimento, quali dislessia, disgrafia…


I bambini discalculici commettono più frequentemente errori nell'identificazione dei numeri e nella loro scrittura, nel riconoscere le unità che compongono un numero, nell'identificare i rapporti fra le cifre che compongono il numero, nello scrivere i numeri sotto dettatura, nel numerare progressivamente, nello svolgere le quattro operazioni matematiche, nell'associare ad una quantità il numero corrispondente, nell'imparare il significato dei segni, nell'imparare le regole dei calcoli, nell'organizzazione spazio-temporale e visuo-spaziale, nello svolgere compiti in sequenza… .



La vita scolastica di chi presenta un Disturbo dell’Apprendimento può essere piuttosto difficoltosa a scuola come a casa. Per affrontare i DSA al meglio è importante e necessario che la diagnosi sia fatta tempestivamente (indicativamente dalla seconda, terza elementare) e che vengano conseguentemente attivati tutti gli aiuti utili e poi è fondamentale ci sia un lavoro sinergico tra gli specialisti, la scuola e le famiglie.

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