mercoledì 30 ottobre 2013

Andare dallo Psicologo.....: ma quanto mi costa???


Quante volte avete pensato, in un momento particolare della vostra vita, di rivolgervi ad uno Psicologo, o magari vi è stato consigliato e in entrambi i casi la vostra prima reazione è stata: “Ne avrei bisogno, ma costa troppo.”

Anche l’idea di rivolgervi al Sistema Sanitario pubblico l’avete scartata pensando alla lunga lista d’attesa e alla paura poi di non ricevere una presa in carico adeguata; o, ancora, vi ha frenato la paura d’incontrare qualcuno che vi conosca….

Per iniziare occorre fare un onesto auto-esame e chiedersi se il problema economico è un problema reale. Molte persone infatti hanno “paura” di rivolgersi ad uno Psicologo per il timore di essere considerati pazzi, questi timori ostacolano profondamente la motivazione facendo emergere problemi e difficoltà collaterali: costa troppo, non voglio che si sappia in giro, è lontano… Probabilmente anche se il costo di una seduta fosse davvero irrisorio molte persone comunque non si rivolgerebbero allo Psicologo ritenendo di secondaria importanza i problemi di tipo psicologico, ma magari spenderebbero molti soldi per ragioni estetiche.

I costi poi non è detto che siano così esosi, spesso le persone pensano di dover affrontare tariffe enormi, ma non cercano neanche di verificare quale è il costo reale di un Colloquio frenati anche da tutti i pregiudizi precedentemente elencati…in realtà basterebbe fare una veloce ricerca e qualche telefonata!

Esiste un Tariffario a cui gli Psicologi si attengono (il D.L. 4/7/2006 n. 233 c.d., Decreto Bersani, ha abolito la tariffa minima, gli Ordini Professionali possono dare indicazioni sulle tariffe) che da un’indicazione sulla tariffa minima e massima per ogni tipo di prestazione, quello dell’Ordine degli Psicologi del Piemonte è consultabile qui: http://www.ordinepsicologi.piemonte.it/normativa/

Per risparmiare un po’ può essere utile:

Iniziare un percorso psicologico quando ci si accorge di avere un problema, un disagio…, aspettare troppo può fare peggiorare il problema con conseguente aumento dei tempi e dei costi.
Informarsi sui tempi: l’idea che un percorso psicologico duri per decenni è un luogo comune. Questo è vero per alcuni tipi di psicoterapia, ma esistono orientamenti terapeutici mirati che possono durare dai sei mesi all’anno.

Informarsi sui costi: cercate su internet, telefonate e chiedete ai professionisti!!

Prendere contatti con professionisti giovani, più flessibili rispetto a orari, costi…e in più hanno entusiasmo da vendere!

sabato 26 ottobre 2013

Assertivi si nasce o si diventa??


Il modo in cui entriamo in contatto con gli altri ha un’importanza non trascurabile per il nostro benessere psicofisico. Un “comportamento assertivo” indica una buona autonomia emotiva, una buona fiducia nelle proprie capacità e una buona autostima. Quando si parla di assertività e di comportamento assertivo si fa riferimento alla capacità dell’individuo sia di riconoscere i propri bisogni, diritti, desideri sia di affermarli nel contesto in cui è inserito senza essere passivo o prevaricante/aggressivo, ma riuscendo a mantenere una comunicazione chiara, diretta e coerente sia sul piano verbale che su quello non verbale.                                                    

L’aspetto importante del comportamento assertivo, rispetto a quello passivo o aggressivo, è “la scelta”, l’assertività infatti è il risultato di un atto intenzionale: la persona assertiva sceglie il comportamento, la persona passiva o aggressiva lo subisce.

Essere assertivi comporta l’assumersi la responsabilità delle proprie azioni. La relazione assertiva non ha lo scopo di evitare i conflitti, ma rappresenta l’arma per favorire una risoluzione positiva, per integrare le posizioni divergenti degli interlocutori in soluzioni volte al raggiungimento di un obbiettivo funzionale per tutte le parti coinvolte.



ASSERTIVITA’
Difesa dei diritti: comprende anche la capacità di rifiutare richieste irragionevoli
 
Assertività sociale: capacità di iniziare, continuare, terminare interazioni sociali senza disagio

Espressione dei sentimenti: capacità di comunicare sia i propri sentimenti positivi sia negativi

Assertività d’iniziativa: capacità di risoluzione di problemi, di chiedere favori e avanzare 
                                         richieste
 
Indipendenza: capacità di resistere attivamente a pressioni ed influenze altrui riuscendo a dare
                          voce alle proprie opinioni

 

 

Il comportamento assertivo si apprende tramite un training specifico

 

Sappiamo che il comportamento è il risultato dell’apprendimento. L’individuo è in continua relazione con il proprio ambiente e riceve da esso dei messaggi che sono fondamentali per l’immagine che ha di se stesso e degli altri. 

In questo senso, la terapia assertiva è in grado di migliorare il rapporto con sé stessi, le relazioni sociali e interpersonali, aumentando la percezione soggettiva di benessere e facendoci sentire “attori attivi” della nostra vita. Tuttavia, pochi conoscono l’esistenza di questo approccio, così è raro che una persona si presenti in terapia richiedendo un training assertivo.

Spetta al terapeuta considerare l’utilità di tale terapia in quei soggetti che riferiscono, per esempio, di provare ansia collegata all’impossibilità di esprimere i propri sentimenti o le proprie idee in modo soddisfacente e socialmente efficace. In questi casi capita spesso che l’ansia sia circoscritta a un particolare ambito e si trasformi in ansia anticipatoria così intensa che il soggetto giunge e evitare totalmente la situazione, con esito di una frustrazione immediata e, in certi casi di depressione. 

giovedì 24 ottobre 2013

Mese del Benessere Psicologico

Dal 9 al 30 novembre
Mese del benessere Psicologico


La dott.ssa Elisabetta Loi aderisce all’iniziativa promossa dall’Ordine degli Psicologi del Piemonte: un mese in cui i cittadini piemontesi avranno la possibilità di effettuare un colloquio gratuito con uno Psicologo.
Un’ occasione di incontro da cui trarre l’occasione per ripensare progetti e stili di vita, per guardare da una prospettiva diversa il proprio approccio al lavoro o allo studio, per recuperare motivazioni perdute, risorse interiori, capacità relazionali o per riuscire ad affrontare una crisi, un dolore, una malattia.

Per richiedere informazioni o un appuntamento contattare:

Dott.ssa Elisabetta Loi  -  cell. +39 3405878583
Mail loi@studiopsicologia.torino.it
Studio di Psicologia e Psicoterapia Via Spano 6/5, Torino

Ordine degli Psicologi del Piemonte:  http://www.ordinepsicologi.piemonte.it

mercoledì 23 ottobre 2013

Parliamo d’ansia

L’ansia è una delle emozioni che più risultano penose alle persone.
A volte viene chiamata paura, tensione o nervosismo; comprende una serie di problemi come le fobie, gli attacchi di panico, i disturbi da stress post traumatico, i disturbi ossessivo-compulsivi e i disturbi d’ansia generalizzata. La parola “ansia” si usa anche per definire brevi periodi di nervosismo, tensione o paura che proviamo quando dobbiamo affrontare qualche situazione difficile.

Le persone che soffrono d’ansia conoscono bene i sintomi fisici associati ad essa e che comprendono mani sudate, capogiri, problemi respiratori, accelerazione del battito cardiaco, rossore … .

Eventi importanti (traumi, malattie, decessi, separazioni…) o esperienze che non crediamo di essere in grado di affrontare (parlare in pubblico, avere un figlio, il pensionamento o una promozione…)e che capitano nella nostra vita possono alimentare l’ansia.

I cambiamenti di tipo fisico, di comportamento o di pensiero che avvertiamo in stato d’ansia fanno parte delle reazioni ansiose chiamate “lottare, fuggire, raggelarsi”; questi tipi di reazione sono utili in caso di effettivo pericolo, sfortunatamente però le possiamo provare anche in situazioni in cui non siamo davanti ad un effettivo pericolo.

Aspetti cognitivi dell’ansia

L’ansia è accompagnata dalla sensazione di essere in “pericolo” o di essere minacciati o comunque vulnerabili. La minaccia o il pericolo possono essere di tipo fisico, mentale o sociale; una minaccia fisica ha luogo quando si percepisce un pericolo fisico in agguato (un’aggressione, un attacco cardiaco, il morso di un cane…). Una minaccia sociale ha luogo quando si crede d’essere rifiutati, umiliati o zittiti. Una minaccia mentale ha luogo quando qualcosa fa temere di diventare pazzi o di perdere la ragione.                                                    
La percezione della minaccia cambia da persona a persona, alcuni possono, in seguito alle proprie esperienze di vita, sentirsi minacciati più facilmente ed avvertire l’ansia con maggiore frequenza.

I pensieri dettati dall’ansia sono diretti al futuro e spesso prevedono catastrofi, essi spesso cominciano con: “ E se succedesse…” e finiscono con un esito disastroso. I pensieri generati dall’ansia comprendono spesso anche immagini di pericolo.

Ad un certo punto della nostra vita può essere utile ed importante valutare se siamo eccessivamente sensibili al pericolo e alle minacce oppure no. Potrebbe essere che le persone che fanno parte della nostra vita adulta non siano minacciose come le figure della nostra infanzia. Potremmo anche chiederci se le nostre risorse e le nostre capacità di persona adulta ci possano aprire nuove strade per reagire alle minacce dell’ansia oppure no.

venerdì 18 ottobre 2013

Spazio Memoria

Diagnosi e trattamento dei disturbi della memoria



Nel processo di invecchiamento è fisiologico andare incontro a cali della memoria. Talvolta, questi possono peggiorare nel tempo, anche molto lentamente, e incidere sulla nostra routine quotidiana.

Alcuni cambiamenti che possiamo notare sono:


  • Smarrire ripetutamente oggetti
  • dimenticare appuntamenti,  nomi di persone conosciute, etc.
  • perdere l’orientamento
  • difficoltà a trovare le parole quando si parla con qualcuno

Per poter affrontare al meglio queste difficoltà, individuare adeguate strategie che le compensino ed avere un adatto il sostegno, è fondamentale conoscere esattamente quali sono le cause del problema.

Lo SPAZIO MEMORIA è un servizio finalizzato alla diagnosi precoce e al trattamento di un disturbo di memoria isolato o di un eventuale decadimento cognitivo.

Il servizio, sempre su appuntamento, offre:

  • valutazione del funzionamento della memoria mediante l’uso di test neuropsicologici
  • training individuali e di gruppo (gruppo Attiva_Mente)  per la riabilitazione e il mantenimento, delle funzioni mnesiche


Per informazioni e prenotazioni:


Dott.ssa Elisabetta Loi

Cell. +39 3405878583

Mail. loi@studiopsicologia.torino.it

giovedì 17 ottobre 2013

Gruppo Attiva_Mente

Durante il processo di invecchiamento è fisiologico andare incontro ad una parziale diminuzione nelle nostre prestazioni cognitive, in particolare per quanto riguarda la memoria.
Talvolta, però, queste difficoltà possono peggiorare nel tempo, per quanto in maniera graduale, ed arrivare ad incidere notevolmente sulla nostra vita quotidiana, sul nostro benessere.
Per poter affrontare al meglio queste problematiche, individuare adeguate strategie che le compensino e ricevere un sostegno mirato, è fondamentale conoscere esattamente quali siano i nostri "punti deboli", e di conseguenza quali siano le funzioni cognitive (memoria, attenzione, orientamento, linguaggio...) sulle quali ci dovremmo "allenare" maggiormente.
All'interno del gruppo Attiva_Mente si avranno a disposizione strumenti che permetteranno di conoscere ed utilizzare più efficacemente anche i propri "punti di forza"; ci si metterà alla prova insieme e ci si confronterà, in un clima di serenità e positività favorito proprio dallo stare in gruppo e rinforzato dalla presenza delle conduttrici (dott.ssa Elisabetta Loi; dott.ssa Marinella Magnani), che proporranno di volta in volta le diverse esercitazioni.
Il gruppo Attiva_Mente si incontra ogni mercoledì dalle ore 9.00 alle ore 10.30
presso lo Studio di Psicologia e Psicoterapia
in via Spano 6/5 a Torino


NB: per prenotarsi è necessario telefonare la settimana precedente l'incontro/i a cui si desidera partecipare per verificare la disponibilità dei posti



mercoledì 16 ottobre 2013

Corso di Rilassamento


Il Rilassamento progressivo è una tecnica sviluppata agli inizi del secolo scorso da Edmund Jacobson. Oggi è una delle tecniche più usate per facilitare uno stato di rilassamento mentale e fisico.

Il Rilassamento Progressivo risulta particolarmente utile per chi soffre di disturbi del sonno dato che induce un riposo muscolare intenso attraverso il quale è molto più facile conciliare il sonno, ma è anche raccomandata per aiutare a combattere lo stress quotidiano. Attraverso le tecniche di rilassamento è possibile raggiungere una normalizzazione del battito cardiaco, della pressione sanguigna, della respirazione, del tono muscolare…Come conseguenza di questo processo di normalizzazione si raggiunge una sensazione di benessere, una diminuzione degli stati d’ansia, una maggiore capacità di concentrazione.

L’essenza della tecnica consiste nel mettere in tensione alcune parti del corpo ed in seguito rilassarle. Notare la sensazione di tensione e di rilassamento nel momento in cui si smette di contrarre il muscolo aiuterà a provare una piacevole sensazione di benessere corporale che si tradurrà in equilibrio psicologico.

È molto importante concentrarsi sulla sensazione: non si deve solo contrarre o rilassare, ma prestare anche attenzione alle sensazioni che producono questi movimenti.

Presso lo Studio di Psicologia e Psicoterapia è possibile  partecipare al Corso di Rilassamento che prevede cinque incontri della durata di un'ora ciascuno, una volta alla settimana.

 

Per informazioni e/o per prenotazioni:

Dott.ssa Elisabetta Loi

cell. +39 3405878583

mail. loi@studiopsicologia.torino.it      

 

martedì 15 ottobre 2013



Autostima


Non sono poche le persone che avvertono, di tanto in tanto, un senso di disagio, di insoddisfazione, di malessere che tentano di compensare immergendosi in attività, a volte frenetiche, o assumendo atteggiamenti di superiorità o di “potenza”.
La ragione di questo è riconducibile alla nostra coscienza affettiva, al sentimento che proviamo per noi stessi che influenza tutte le nostre azioni e che non ha mai ricevuto l’amore e l’accoglienza  che avremmo voluto. Siamo stati educati infatti al “ti voglio bene se…farai il bravo, se ascolterai i genitori, gli insegnanti…” . E’ mancato a tutti noi l’amore incondizionato, il: “Ti voglio bene per quello che sei”. Noi stessi ci amiamo se siamo belli, bravi, se seguiamo le regole, se non commettiamo errori… Dobbiamo  invece imparare ad amarci comunque. Questa è l’autostima, la stima di sé per le qualità positive che tutti abbiamo e che troppo spesso diamo per scontate.
Perché abbiamo poca autostima? Il nostro comportamento viene consolidato dagli effetti che produce sugli altri. Se in una data situazione, comportandosi in un certo modo, si ottengono attenzione, gratificazioni, dimostrazioni di affetto o premi, si tenderà a comportarsi allo stesso modo in situazioni simili. L’attenzione è un fondamentale bisogno umano. La mancanza di attenzione è uno degli eventi più dolorosi della vita a qualsiasi età.
Altri effetti del nostro comportamento potrebbero essere il sollievo dall’ansia, dal dolore,  dalla paura e la punizione. Cosa intendiamo per punizione? Ad esempio, se l’allievo disturba l’insegnante lo riprende…..se il bambino disubbidisce il genitore lo sgrida…Molti sono convinti che la punizione sia l’unico mezzo per eliminare un comportamento indesiderato. In realtà, la punizione non sopprime il comportamento scorretto perché attraverso la punizione viene data attenzione all’altra persona…e l’attenzione è un bisogno fondamentale. L’unico effetto che elimina completamente un comportamento indesiderato è l’indifferenza.
Riflettiamo su ciò che di solito accade: quando ci comportiamo bene nessuno ci dice nulla perché “abbiamo fatto il nostro dovere”, quindi i comportamenti positivi sono dati per scontati e producono indifferenza. Quando sbagliamo invece, tutti sono pronti a sottolineare il nostro errore, difetto o mancanza e, in tal modo ci danno attenzione. A causa di questo condizionamento, siamo portati a dare per scontate le nostre qualità, i nostri pregi e quelli altrui, mentre siamo attenti ai difetti, alle mancanze e agli errori nostri e delle persone che ci circondano. Questa è la causa del fenomeno della bassa autostima che, in misura maggiore o minore, tutti viviamo.