mercoledì 23 ottobre 2013

Parliamo d’ansia

L’ansia è una delle emozioni che più risultano penose alle persone.
A volte viene chiamata paura, tensione o nervosismo; comprende una serie di problemi come le fobie, gli attacchi di panico, i disturbi da stress post traumatico, i disturbi ossessivo-compulsivi e i disturbi d’ansia generalizzata. La parola “ansia” si usa anche per definire brevi periodi di nervosismo, tensione o paura che proviamo quando dobbiamo affrontare qualche situazione difficile.

Le persone che soffrono d’ansia conoscono bene i sintomi fisici associati ad essa e che comprendono mani sudate, capogiri, problemi respiratori, accelerazione del battito cardiaco, rossore … .

Eventi importanti (traumi, malattie, decessi, separazioni…) o esperienze che non crediamo di essere in grado di affrontare (parlare in pubblico, avere un figlio, il pensionamento o una promozione…)e che capitano nella nostra vita possono alimentare l’ansia.

I cambiamenti di tipo fisico, di comportamento o di pensiero che avvertiamo in stato d’ansia fanno parte delle reazioni ansiose chiamate “lottare, fuggire, raggelarsi”; questi tipi di reazione sono utili in caso di effettivo pericolo, sfortunatamente però le possiamo provare anche in situazioni in cui non siamo davanti ad un effettivo pericolo.

Aspetti cognitivi dell’ansia

L’ansia è accompagnata dalla sensazione di essere in “pericolo” o di essere minacciati o comunque vulnerabili. La minaccia o il pericolo possono essere di tipo fisico, mentale o sociale; una minaccia fisica ha luogo quando si percepisce un pericolo fisico in agguato (un’aggressione, un attacco cardiaco, il morso di un cane…). Una minaccia sociale ha luogo quando si crede d’essere rifiutati, umiliati o zittiti. Una minaccia mentale ha luogo quando qualcosa fa temere di diventare pazzi o di perdere la ragione.                                                    
La percezione della minaccia cambia da persona a persona, alcuni possono, in seguito alle proprie esperienze di vita, sentirsi minacciati più facilmente ed avvertire l’ansia con maggiore frequenza.

I pensieri dettati dall’ansia sono diretti al futuro e spesso prevedono catastrofi, essi spesso cominciano con: “ E se succedesse…” e finiscono con un esito disastroso. I pensieri generati dall’ansia comprendono spesso anche immagini di pericolo.

Ad un certo punto della nostra vita può essere utile ed importante valutare se siamo eccessivamente sensibili al pericolo e alle minacce oppure no. Potrebbe essere che le persone che fanno parte della nostra vita adulta non siano minacciose come le figure della nostra infanzia. Potremmo anche chiederci se le nostre risorse e le nostre capacità di persona adulta ci possano aprire nuove strade per reagire alle minacce dell’ansia oppure no.

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